Noi siamo ArancioNeri
Già ai
primi del novecento a Mestre si gioca a calcio, o meglio a football come si
diceva in quel periodo. La prima sezione
calcio è della Società Ginnastica
Marziale di Mestre, nel 1905,
poi nel 1909 la fondazione del Mestre
Foot-Ball Club che però non si affilia alla F.I.G.C. se non nel 1919. Nell’immediato
dopoguerra le società principali erano due: A.C. Mestre e Spes. Si giocava in
un campo attaccato al cinema Concordia, praticamente confinante con piazza
Sicilia (piazzale Donatori di Sangue).
Il primo derby ufficiale a Mestre è del 1919, giocato tra l’A.C. Mestre e la
Spes Mestre, vinto 2 – 0 dal Mestre (Coppa Beccari). Il campo sportivo
Francesco Baracca (nell’omonima via) con l’inaugurazione ufficiale (14 giugno
1925) era quindi diventato il riferimento sia della squadra che rappresentava
la Città che dei suoi sostenitori. Nel
1929, presso la sede del Coni si decise per una fusione fra le quattro
maggiori rappresentative della città, così nacque
U.S. Mestrina nel 1927, dopo una quadruplice fusione con tutte le società
calcistiche della città (che dal 1926 era diventata un quartiere di Venezia).
Nella stagione 1938-1939 disputò il suo primo campionato di Serie C, categoria
nella quale militò fino all´interruzione dei campionati del 1943.
Nel 1946 la
squadra, dopo aver dominato il campionato di Serie C e aver sconfitto
nettamente, nelle finali della Lega Interregionale Nord, l’Asti (0-0 e 7-2 i
risultati), ottenne la promozione in
Serie B per la stagione 1946-1947.
In questa annata la squadra fu in competizione con: Parma, Lucchese, Padova,
Hellas Verona, Ancona, Pisa, Udinese, Reggiana, Piacenza ed altre ancora.
Il campionato per la squadra arancione partì alla grande: dopo 13 giornate era solitaria in vetta alla classifica e per il suo
gioco venne soprannominata piccolo Torino. Tuttavia nel seguito collezionò
diverse sconfitte e retrocesse.
Classificandosi al primo posto del
campionato di Serie C 1947-1948, torneo in cui non erano previste
promozioni a causa della riforma dei tornei voluta dalla F.I.G.C., la Mestrina fu ammessa alla nuova Serie C (detta C nazionale perché strutturata su 4 gironi nazionali), categoria nella quale militò fino al
1951-1952, anno in cui ci fu una nuova riforma che introdusse la serie C a
girone unico; la squadra arrivò 12A nel girone B collezionando 30 punti, che
non bastarono ad evitare la retrocessione in IV Serie.
Nella stagione 1954-1955
la Mestrina vinse il proprio girone e, alle fase finali, batté la Marzoli
e, dopo aver perso al sorteggio la finale per il titolo 1954-55 col B.P.D.
Colleferro, viene promossa nella Serie C
a girone unico. Nella stagione successiva la squadra incontrò grandi piazze
calcistiche, come la Sambenedettese, il Catanzaro, il Siracusa, la Cremonese e
la rivale Venezia. L’annata si concluse con la salvezza.
Stesso obbiettivo venne centrato nelle annate successive, nelle quali gli
arancio-neri si scontrarono con club importanti come Livorno, Salernitana,
Reggina.
Tra alti e bassi (solo la stagione 1961-1962 portò risultati sopra la media) la squadra rimase in terza serie (che
ne frattempo si era divisa in gironi), fino alla nuova retrocessione alla fine della
stagione 1967-1968.
Nel 1973-1974 dominò il girone C di
serie D e tornò in terza serie. L’esperienza però durò solo un anno, e solo
alle fine degli anni settanta la squadra riuscì a tornare tra i professionisti.
Nel 1979 la Mestrina fu rilevata dall´industriale Guido Robazza che aveva alle spalle
molti anni di esperienza alla guida della Pro Mogliano (che sotto la sua guida
aveva giocato sempre nel massimo campionato regionale del tempo e che divenne
una società satellite della prima). Nell’estate
del 1980 Robazza modificò il nome della Mestrina in Associazione Calcio Mestre.
Questo presidente (già amatissimo a Mogliano dove aveva maturato 15 anni di
esperienza nel mondo del calcio) dimostrò durante la sua lunga presidenza (dal
campionato 1979-80 a quello 1986-1987), grandi capacità anche all’ombra della
torre e con lui alla guida la squadra arancione militò sempre nei campionati
professionistici con ottimi risultati, raggiungendo nuovamente anche la terza
serie del calcio italiano.
Nella stagione 1979-1980, l’A.C. Mestre disputò
un buon campionato e si classificò al sesto posto, davanti al Venezia. L’anno
successivo la squadra puntava alla Serie C1, ma arrivò solo quarta, dietro al
Padova, alla Civitanovese e alla Maceratese.
Nella stagione 1981-1982 arrivò la
storica promozione in Serie C1; il Mestre arrivò secondo a pari merito con
la Vigor Senigallia, dietro all’Ancona, e vinse lo spareggio contro i
marchigiani. Nello stesso girone retrocesse il Venezia.
La stagione 1982-1983 fu avara di
successi e gli arancio-neri retrocessero nuovamente. Nelle quattro stagioni successive il Mestre del presidente Robazza
ritentò invano la risalita in C1 arrivando per ben due volte terza, a pochi
punti dalla promozione, piazzandosi per tutti gli anni ottanta davanti al Venezia.
Il 1987 fu l’anno del cambiamento. Guido Robazza cedette la società a Gianni
Pagotto, che a sua volta la girò a Maurizio Zamparini, il quale già aveva
acquistato la storica rivale Associazione Calcio Venezia 1907.
Il Venezia infatti, che era allora
di proprietà di Luciano Mazzuccato, non
avrebbe potuto iscriversi al campionato di Serie C2 a causa di problemi
finanziari, per cui a luglio Zamparini ne acquisì le quote azionarie (salvando
la società lagunare da un sicuro fallimento) e, una volta rilevato anche il Mestre, incorporò il Mestre all’interno del club lagunare. La nuova società, che aveva sede a
Mestre e disputava le partite casalinghe allo stadio Baracca, cedette il titolo sportivo dello storico
Calcio Mestre al fallito Palermo (che poté così ripartire dalla Serie C2),
e assunse come nuovi colori sociali dapprima colori neutrali, poi l’arancione,
il nero ed il verde.
L’unione delle due squadre professionistiche del Comune (agitato in quegli anni
anche da due referendum “secessionisti”) determinò numerose e avverse reazioni
negli ambienti dei due centri, in particolare a Venezia dove, per reazione al
trasferimento di società e campo di gioco a Mestre, venne subito costituita una
squadra chiamata Calcio Venezia che riuscì a conquistare l´attuale Serie D già
nel 1989, mentre in terraferma le cose sembravano funzionare maggiormente. Vale
comunque la pena di ricordare che reazioni contrarie ci furono anche in
terraferma e infatti il Favaro, che militava in Promozione Veneta (l’allora
massima serie a livello regionale perché l’Eccellenza non esisteva ancora),
assunse in quegli anni la denominazione FavaroMestre pur mantenendo i propri
colori sociali ufficiali (diventarono arancio-nere solo le divise della prima
squadra che continuò a giocare a Favaro Veneto).
Due anni dopo l’incorporamento del
Calcio Mestre nel Venezia Calcio, ufficialmente per motivi dettati da
ragioni di immagine e prestigio (oggettivamente il Venezia godeva di una
migliore tradizione con numerosi campionati di serie A e B alle spalle e un
palmares che poteva sfoggiare la conquista di una Coppa Italia) la società riassunse la denominazione di
Associazione Calcio Venezia. Nonostante il cambio di nome, la sede del club
e lo stadio per le gare casalinghe rimasero a Mestre e vennero mantenuti i
medesimi colori sociali.
A causa del tentativo da parte di Zamparini di ridurre le
dimensioni dell'arancione presente sulle maglie e, soprattutto, la
disponibilità dello storico stadio Baracca dopo che la squadra arancioneroverde
era tornata allo stadio di Venezia, i
fratelli Mognato, imprenditori di Malcontenta, cercano di ridare vita fattivamente al Calcio Mestre, attraverso il “La Malcontenta” che nella stagione
1991-1992 giocata in Eccellenza Veneto diventa ufficialmente
Malcontenta-Mestrina.
Proprio in quell’anno è possibile registrare il primo derby tra le squadre e i
tifosi antiunionisti di Mestre e Venezia, che si ritrovarono in 800 allo stadio
Baracca per l’incontro di cartello tra il Calcio Venezia Neroverde e il
Malcontenta-Mestrina. Le tifoserie, un tempo accomunate da un odio reciproco,
si ritrovarono a fraternizzare esponendo alcuni striscioni con scritte come
“bentornato derby” e “meglio pochi ma buoni che servi dei Mercatoni” (quest’ultimo
riferimento esplicito ai Mercatone Emmezeta di proprietà del patron Maurizio
Zamparini).
Dalla stagione 1992-93, la squadra del Malcontenta-Mestrinatornò
ad essere semplicemente Mestre, vincendo nel 1994-95 il Campionato Veneto
di Eccellenzae, nella
successiva stagione, il Campionato
Nazionale Dilettanti. Dopo meno di dieci
anni dall'incorporazione, il Mestre riapprodava in serie C2 tra i
professionisti.
Dopo numerosi campionati tra i professionisti, nella stagione 2000-2001 il Mestre arrivò terzo dopo un’annata da
incorniciare. Giocò la semifinale play-off contro la Pro Vercelli, conquistandosi la finale contro la
Triestina, ma non riuscì a vincere la sfida con gli alabardati e a tornare
in serie C1.
Due
stagioni dopo, nel 2002-03, la
squadra retrocesse in Serie D dopo i
play-out persi contro la Pro Vercelli; ma, a causa di problemi finanziari che
la portarono al fallimento, non riuscì a prendere parte al successivo campionato,
concludendo la sua avventura dopo quasi dieci anni di professionismo. Negli
anni seguenti ci furono ulteriori tentativi per ridare alla città di Mestre la
sua storica squadra, ma le nuove società arancio-nere non riuscirono a prendere
mai il volo e a tornare a giocare nello stadio cittadino.
Solo nel giugno 2014, una cordata di imprenditori, rappresentati
dall´Amministratore Delegato Ignazio Guerra e dal DG Giorgio Betrò, riuscirono
a rilevare l’Edo Mestre, altra storica realtà del territorio militante nel
campionato di Eccellenza e rifondarono la Mestrina FC 1929.
In contemporanea l’imprenditore mestrino Stefano Serena diventava il
proprietario dell´A.C.Mestre, l’altra formazione arancio-nera militante in
Prima Categoria. Era il prologo per il grande ritorno della squadra unica, che
rappresentasse la Città nella sua storia e nei suoi colori.
Nel luglio 2015, al termine dei campionati
regolamentari, le due squadre si unirono. Il Presidente Serena ne
divenne il proprietario, rilevando nel contempo i diritti per disputare il
campionato di serie D dall’Union Pro di Mogliano Veneto e chiamando definitivamente la squadra A.C. Mestre.
Nello scudetto ufficiale compaiono le
date di fondazione del 1909 (Calcio Mestre) e del 1929 (Mestrina). Riportando in questo modo il nome, i colori
e la tradizione di oltre 100 anni di storia di calcio, vita e emozioni, nel suo
stadio di sempre: il Francesco Baracca.